La vendita piramidale è un fenomeno piuttosto recente e ricorrente, al quale è importante
prestare attenzione perché può nascondere comportamenti dannosi per l’utente. Infatti, la
vendita piramidale non è una tipologia di distribuzione, ma un meccanismo per vendere
una posizione all’interno della struttura piramidale che è caratterizzata dal fatto che al
vertice della piramide ci sono soggetti che vivono di rendita in quanto non sono impegnati
a vendere prodotti, ma solo ad incassare le quote di ingresso fissate per chi vuole entrare
a far parte della struttura. Tutto questo avviene a scapito dei soggetti che si trovano nel
livello più basso della struttura e che pagano una quota di ingresso, ma non riescono a
collocare sul mercato i prodotti con il conseguente crollo della piramide.

Le vendite piramidali hanno la connotazione di truffa quando:

l’intera struttura piramidale si fonda sulla corresponsione di un incentivo economico in
cambio del reclutamento di nuovi soggetti;

la possibilità di guadagno deriva dal puro e semplice reclutamento di altre persone;

il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo il pagamento di un corrispettivo;

il soggetto reclutato è obbligato ad acquistare dall’impresa organizzatrice prodotti senza
diritto di restituzione o rifusione del prezzo, nel caso di mancata o parzialmente mancata
vendita al pubblico;

il soggetto reclutato deve corrispondere una somma di denaro o titoli di credito o altri
valori mobiliari per poter rimanere all’ interno della struttura;

il soggetto reclutato deve acquistare materiali, beni o servizi, ivi compresi materiali
didattici e corsi di formazione, non proporzionati al volume dell’attività svolta.

I soggetti vengono reclutati seguendo solitamente questi passaggi:

vengono invitati a una riunione o un convegno;

i vertici della piramide illustrano le possibilità di arricchimento grazie a questa modalità di
vendita;

i soggetti reclutati devono pagare la quota per entrare a far parte della piramide;
non vengono richiesti requisiti e competenze;

a loro volta i nuovi arrivati devo reclutare altri adepti su cui guadagnano una percentuale.

A questa fase segue, in genere, la reazione dei vertici:

chi ha organizzato il meccanismo, una volta guadagnato quanto stabilito, sparisce o pone

la società stessa in liquidazione, per spostarsi da qualche altra parte;

le persone coinvolte nell’attività perdono il denaro investito, nella stragrande maggioranza
dei casi.

la vita media di queste strutture si aggira intorno ai due anni.

Di fronte a questa situazione è intervenuto il legislatore con la legge n. 173 del 2005 che
tutela il consumatore e colpisce le organizzazioni che propongono forme di vendita
piramidale vietando le operazioni, le strutture e le organizzazioni di vendita finalizzate al
reclutamento di persone con la prospettiva di guadagni futuri ed ipotetici e con l’incarico di
reclutare altre persone.

Le vittime di questi raggiri possono invocare:

il dolo contrattuale (raggiro);

l’impossibilità dell’oggetto del contratto;

la frode alla legge.

Vi sono due tipi di tutela:

a) civilistica:
– l’annullamento del contratto;
– la nullità del contratto.

b) penalistica:
– introduzione di una nuova ipotesi di reato: chiunque promuove o realizza le attività o le
strutture di vendita o le operazioni piramidali, è punito con l’arresto da sei mesi ad un
anno o con l’ammenda da 100.000 euro a 600.000 euro.