I consumatori devono mantenere il diritto ai rimborso per i viaggi cancellati a causa del coronavirus. La raccomandazione è contenuta in una segnalazione inviata dall’Antitrust al parlamento e al governo “a seguito delle numerose lamentele ricevute negli ultimi mesi sulla disciplina d’emergenza” contenuta nel decreto Cura Italia che “consente agli operatori del settore turistico di emettere un voucher – in luogo del rimborso – per ‘ristorare’ viaggi, voli e hotel cancellati per circostanze eccezionali e situazioni soggettive connesse con l’emergenza da Covid-19. Tale compensazione può sostituire il rimborso senza la necessità di un’apposita accettazione da parte del consumatore”.

Nella segnalazione l’Autorità rileva che la norma “si pone in contrasto con la vigente normativa europea, che nel caso di cancellazione per circostanze inevitabili e straordinarie, prevede il diritto del consumatore ad ottenere un rimborso”, e va modificata. In caso contrario, sottolinea una nota, “a fronte del permanere del descritto conflitto tra normativa nazionale ed europea”, l’Antitrust “interverrà per assicurare la corretta applicazione delle disposizioni di fonte comunitaria disapplicando la normativa nazionale con esse contrastanti”.

La posizione assunta dalla Commissione europea nella Raccomandazione del 13 maggio 2020″, si legge nel comunicato, “evidenzia sì che l’operatore può legittimamente offrire un buono, ma a condizione che i viaggiatori non siano privati del diritto al rimborso in denaro. La Commissione”, spiega l’Antitrust, “ha anche rilevato che, in ragione delle gravi perdite del settore turistico derivanti dal fatto che le richieste di rimborso presentate dai viaggiatori superano di gran lunga il livello delle nuove prenotazioni, occorrerebbe incentivare i consumatori ad accettare i voucher. Un’ampia accettazione dei voucher, infatti, contribuirebbe ad attenuare i problemi di liquidità del settore a beneficio anche degli interessi dei viaggiatori, dal momento che qualora gli organizzatori o i vettori diventassero insolventi, molti viaggiatori e passeggeri potrebbero non ricevere alcun rimborso”.

Secondo l’Authority, “affinché i voucher possano essere considerati una valida e affidabile alternativa al rimborso in denaro, essi dovrebbero presentare alcune caratteristiche, tra le quali una copertura assicurativa per il possibile fallimento del tour operator o del vettore e il diritto al rimborso in denaro se alla scadenza del voucher il consumatore non avrà usufruito dello stesso”.

In sostanza la  raccomandazione dell’Antitrust al parlamento e al governo è : L’operatore può concedere un buono, ma a condizione che i viaggiatori non siano privati del diritto al rimborso in denaro, quindi devono essere solo a condizione che siano volontari, siano protetti contro l’insolvenza dell’emittente, siano cedibili e che, se non riscattati dopo il periodo di validità, siano rimborsati automaticamente.