La Corte di Cassazione, con ordinanza 4 settembre 2024, n. 23739, ha stabilito che è legittimo riconoscere al condominio danneggiato da una errata tabella millesimale – dopo la sua correzione – il rimborso della differenza tra quanto pagato dal singolo condomino, in misura minore, e quanto avrebbe dovuto pagare.
Il risparmio ottenuto dal condòmino – affermano i giudici – corrisponde ad un “arricchimento senza causa” che il condòmino stesso deve restituire.
Le tabelle millesimali – sembra utile ricordare – esprimono il rapporto di valore tra le singole unità immobiliari (cc.dd. quote millesimali) e l’intero stabile, il cui valore unitario è considerato equivalente a mille. Il cambiamento o la rettifica delle tabelle millesimali sono possibili, ma solo con l’assenso di tutti i condomini (art. 69 disp.att.c.c.).
Tuttavia, sussistono due ipotesi in cui la modifica può avvenire nel corso dell’assemblea condominiale, con l’assenso della maggioranza prevista dall’art. 1136, comma 2, c.c.:
- quando il calcolo dei millesimi è conseguenza di un errore;
- quando – a seguito di sopraelevazioni, aumenti di superficie o incrementi o diminuzioni del numero delle unità immobiliari – è alterato per più di un quinto il valore proporzionale dell’unità immobiliare anche di un solo condomino.
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