In diversi settori commerciali vengono segnalate truffe ai danni del consumatore finale, ed anche in quello riguardante le tecnologie per il trattamento domestico dell’acqua non sono mancate tecniche di vendita fraudolente. Un modo per starne alla larga è quello di effettuare una ricerca online dove sono presenti diversi informazioni al riguardo, anche se non sempre sono chiare e semplici da capire per il consumatore.

Una delle truffe più diffuse per vendere i depuratori d’acqua a osmosi inversa è in atto ormai da molti anni e persiste, nonostante le molteplici segnalazioni anche da parte dei media. Si tratta del test elettrolisi, una tecnica di vendita messa in atto da alcuni venditori porta a porta di impianti ad osmosi inversa. Prima di illustrare le modalità con cui viene attuata questa dimostrazione occorre precisare che la stessa riguarda soltanto un numero ristretto di operatori del settore, e nulla a che vedere con l’efficacia e l’utilità degli impianti ad osmosi inversa (una tecnologia avanzata, indispensabile quando si devono trattare acque con elevate concentrazioni saline o per rimuovere alcuni elementi indesiderabili). Il problema è limitato alle aziende che utilizzano questa tecnica di vendita “truffaldina” in cui si sfrutta un piccolo precipitatore elettrolito per sporcare l’acqua del rubinetto e convincere che la stessa può contenere sostanze indesiderabili, pericolose per la salute, e che per migliorarne la qualità è assolutamente consigliabile acquistare il dispositivo ad osmosi da loro proposto. Il primo contatto può avvenire per telefono, in questo caso l’operatore propone al potenziale acquirente una visita a domicilio di un loro tecnico, per verificare la bontà dell’acqua del rubinetto. All’incontro il venditore esordisce generalmente con considerazioni allarmistiche sulla qualità dell’acqua erogata dagli acquedotti e, per evidenziare quanto detto, passa alla fase sperimentale. La prova truffaldina :l’elettrolisi ;  Dalla valigetta dimostrativa si estrae un piccolo precipitatore elettrolitico munito di due coppie di elettrodi (uno di ferro e l’altro in alluminio) che vengono inseriti nei becher contenenti i due tipi di acqua: dopo pochi secondi dall’accensione dell’apparecchio nel becher contenente acqua di rete si ottiene una soluzione rossastra, calda, con residui che si depositano sul fondo del bicchiere e che vengono identificati dal venditore come elementi inquinanti. L’acqua osmotizzata rimane invece limpida, non si scalda e non ci sono tracce visibili di residui. In cosa consiste la truffa? Nel fatto che la formazione dei depositi e la colorazione dell’acqua non dipende dalla sua qualità, bensì dal materiale di cui è costituito l’anodo del precipitatore elettrolitico stesso: ferro. Il ferro, durante l’elettrolisi, reagisce con gli ioni ossidrile presenti nell’acqua per generare idrossidi insolubili, responsabili della colorazione osservata; se venisse usato per l’anodo un materiale diverso non si osserverebbe alcuna formazione di depositi colorati, per nessun tipo di acqua. Quindi è assolutamente falso sostenere che il colore e i depositi che precipitano sul fondo del becher dipendano dalla presenza di sostanze nocive presenti nell’acqua di rete. Con l’acqua osmotizzata i depositi non ci sono perché tale acqua, se non miscelata (tutti gli impianti sono dotati di un dispositivo di regolazione del contenuto salino che nel test non viene però volutamente usato), è assai povera di sali e conseguentemente conduce pochissimo la corrente elettrica, per questo l’elettrodo di ferro non si corrode. Con la prova dell’elettrolisi non si dimostra quindi la qualità di un’acqua ma, per comparazione, l’efficacia dell’azione osmotica, ovvero la funzionalità dell’impianto.

Altra tipologia di vendita al limite (per essere clementi della legalità : il depuratore gratis. Sembra che all’improvviso le aziende siano tutte pronte a regalare i loro impianti, con il solo scopo di farsi conoscere, ma , perchè mai una azienda non dovrebbe produrre reddito ? chi li paga poi impiegati, tecnici e collaboratori ? Il modus operandi è il seguente : a) azienda che “regala” l’impianto al solo scopo di farsi conoscere.   b)il cliente paga solo la manutenzione .  Queste aziende “regalano’’ l’impianto a fronte di abbonamenti decennali che posso arrivare a 400€ l’anno ! il canone di abbonamento riguarda la manutenzione annuale va pagato anticipatamente. Quello che ti vogliono rifilare che loro chiamano depuratore gratis lo stai pagando e anche caro.  Facciamo un esempio molto semplice : devi acquistare un’automobile, diciamo un’utilitaria da 10’000€
1 Una concessionaria ti propone di acquistarla, quindi dovrai pagare 10’000€ e diciamo che spenderai circa 180€ l’anno di tagliandi.
Acquisto 10.000,00€ + Tagliandi (180€ x 10 anni) = 11.800,00€
2La seconda concessionaria ti dice che non devi acquistare la macchina perché loro te la regalano, basta che fai il tagliando presso di loro al modico costo di € 1’600€ l’anno
​Acquisto 0,00€ + Tagliandi (160€ x 10 anni) = 16.000,00€

Non sembra difficile capire che non è proprio un regalo. In questo  settore, purtroppo,  ci sono anche aziende  ancora più disoneste che,  non solo utilizzano questa pratica, ma per aggravare la situazione (e arraffare più denaro possibile), dopo neanche un anno dal contratto spariscono, lasciando gli ignari clienti senza neanche i filtri da sostituire, spero che tu non sia già uno di loro.

Attenzione :ciò detto non significa che se una ditta vende anziché regalare ci si debba fidare ciecamente

Come proteggersi da questi furbetti ?                                                                                                                                                                                                                                                                       1.Chiedere informazioni precise sui costi . Se vi contatta un’azienda per proporvi un depuratore gratuito, la prima cosa che dovete fare è chiedere di specificare i costi. Dopotutto, leggendo questo articolo avrete capito che il prodotto è tutt’altro che gratis: dall’operatore o dal consulente che vi sta parlando al telefono o a faccia a faccia dovete esigere chiarezza a riguardo. Nel primo caso è molto facile che la persona dietro alla cornetta cerchi di cambiare discorso, spiegandovi che il prezzo è conosciuto solo dal consulente. Tuttavia, quando parlerete con questo vi renderete conto che neanche lui sarà breve e conciso, ma tenderà a minimizzare il discorso, magari utilizzando una delle classiche analogie come “il prodotto x o la sua manutenzione vi costerà meno di un caffè al giorno” e frasi simili. Non è così che ci si comporta: un’azienda seria è capace di illustrarvi tutte le spese nero su bianco.

2. Chiedere consiglio a esterni. Discuterne con un amico o un parente potrebbe essere la decisione migliore da prendere prima di procedere in qualsiasi direzione: un confronto vi aiuterà a vedere le cose da un altro punto di vista, e chissà che il vostro interlocutore non abbia già sentito parlare delle “vantaggiose” condizioni di chi vi ha contattato. Se potete, invitate più persone a parlare con il rappresentante dell’azienda: è un modo per tutelarvi e impedire che questo si dilunghi in chiacchere per convincervi, soprattutto in presenza di persone che ne sanno più di voi (e, quasi sicuramente, anche di lui!).

3. Leggere attentamente il contratto. Esaminare con attenzione il contratto è l’unico modo per essere sicuri di non fraintendere le parole del venditore, soprattutto se questo sta cercando di sviare l’attenzione su eventuali pagamenti. La regola d’oro da seguire è sempre questa: credere a quello che è scritto, e mai alle parole.

4.Osservare il comportamento del venditore. Diffidate di chi vi fa mille sorrisi per poi assumere un atteggiamento indisponente se non vi mostrate subito propensi a firmare contratti: un venditore onesto vi tratterà sempre con comprensione e rispetto.