Alcune società, comprese quelle del mercato tutelato, prima di fornire energia consultano il Sistema di informazioni creditizie per capire se il cliente è solvibile. Se è presente nella lista nera, non danno seguito al contratto. Ma in alcuni casi questo è un comportamento illegittimo.
Hai un contenzioso con la banca o in passato hai ritardato il pagamento di qualche rata del mutuo ? Allora niente fornitura di energia elettrica e gas. Dalle numerose segnalazioni ricevute dagli utenti , sono diversi gli operatori che, sempre più spesso negli ultimi mesi, si stanno comportando in questo modo. Una tendenza confermata anche da altre associazioni.
A oggi, però, non esiste una banca dati degli utenti morosi nel mercato energetico. E allora come fanno, queste società, a sapere se il potenziale cliente ha un debito verso banche, finanziarie o enti pubblici? Semplice: consultano il Sic, il sistema di informazioni creditizie, la “lista nera” dei cattivi pagatori nei confronti di soggetti che, però, poco hanno a che fare con la fornitura di energia.
Secondo la nostra opinione non spetta all’azienda che eroga l’energia sindacare chi abbia diritto o meno all’attivazione dei servizi, a maggior ragione dal momento che l’azienda non può né è tenuta a conoscere la situazione in cui versano gli utenti. Questa politica aziendale è fortemente discriminante nei confronti di alcuni consumatori.
In realtà, però, la legge prevede che le aziende di energia possano accedere al Sic. La novità è stata introdotta dalla legge 124 del 2017, meglio nota al pubblico come “legge concorrenza”. Un provvedimento che ha esteso l’accesso a diversi soggetti, tra i quali i gestori di energia, che però possono accedere, ma non alimentare il sistema.
Quindi, tutto a posto ? Assolutamente No. Perché se i gestori del mercato libero possono, in modo legittimo, rifiutare l’attivazione di un contratto a un cliente che ritengono problematico, non possono farlo quelli che operano in regime di tutela. Lo confermano anche fonti di Arera, l’Autorità del settore energetico e dei rifiuti. L’unico caso in cui una società del mercato tutelato può esigere un pagamento prima di erogare il servizio è quello in cui un cliente, che era uscito dalla tutela e ora ci rientra, era moroso nei confronti di quella stessa società. Un’eventualità piuttosto rara che, però, esiste. Piuttosto, sembra chiaro che, a Gennaio 2024, quando il mercato tutelato dell’energia chiuderà i battenti, tutte le società potranno rifiutarsi di fornire la luce o il gas a un cliente inserito nella “black list”, a meno che il Parlamento non intervenga per introdurre garanzie per un servizio fondamentale.
Diverse segnalazioni dalle nostre sedi territoriali riguardano anche società del mercato tutelato che in questo caso agiscono, quindi, in modo illegale. il problema riguarda anche il mercato libero. Noi pensiamo che non sia lecito rifiutare un cliente se, nella proposta contrattuale, non è indicato in modo chiaro che il gestore si riserva la possibilità di farlo. I clienti che si rivolgono a noi, questa chiarezza non la riscontrano.
I morosi dell’energia sono una grande categoria nella quale rientrano, però, casi molto diversi tra loro. Ci sono quelli che passano da una società all’altra lasciando debiti ovunque vadano (ma per questi utenti oggi c’è il Cmor, un corrispettivo da pagare che si ritrovano sulla bolletta del nuovo gestore) ma ci sono anche i cosiddetti morosi incolpevoli , ad esempio quelli che hanno subito un licenziamento o che si trovano in cassa integrazione, che non riescono a far fronte ai propri debiti. Oppure i casi estremi di persone che, a causa del contesto sociale complesso e di estremo disagio in cui vivono, riscontrano molta difficoltà nel reinserimento nella società, ancora di più se vengono loro negati i servizi minimi, secondo la quale “lo Stato ha il dovere di tutelare le persone che si trovano in condizioni di disagio sociale vero e comprovato, proteggendole anche dalle politiche discriminatorie delle aziende erogatrici di energia”.
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