Le truffe telefoniche sono sempre all’ordine del giorno e il fenomeno del Ping Call non è nuovo sul fronte delle truffe telefoniche, infatti le prime notizie di questo fenomeno risalgono al 2002,  ma ciò nonostante continua a colpire un discreto numero di consumatori.

Il modus operandi dei truffatori è il seguente:  l’utente riceve chiamate brevissime provenienti da numeri con prefisso estero e, indotto dalla curiosità o dal dubbio che sia qualcosa di importante, prova a richiamare.  Coloro che riescono a rispondere a queste chiamate, trovano solo silenzio dall’altro capo del telefono, per poi sentirsi buttare giù. Il dubbio si intensifica e alcuni richiamano per capire di cosa si tratta.
È qui che inizia la truffa Ping Call: La chiamata viene dirottata su una linea a pagamento che prosciuga rapidamente tutto il credito presente nella SIM del cellulare.
In alcuni casi i truffatori possono riuscire a sottrarre soldi direttamente dalla carta di credito (se questa è collegata al credito telefonico, magari tramite un abbonamento) o carpire i dati personali di chi effettua la chiamata.

In passato queste ping calls provenivano principalmente dalla Tunisia, da due numeri di telefono (+216 28915036 e +216 28914685) che erano stati prontamente bloccati dalle autorità, mentre oggi sembra che il raggio d’azione si sia allargato anche ad altri stati. I prefissi più usati sono quelli della Gran Bretagna (+44) e della Tunisia (+216), ma sono emersi casi in cui i numeri truffaldini provenivano anche da Moldavia (+373), Kosovo (+383), Bielorussia (+375), Lettonia (+371) e Tanzania (+255).

La prima cosa da fare, quando si riceve chiamate dall’estero, è certamente non richiamare. Non inviare messaggi;  Non aprire link inviati con SMS o “sistemi di messaggistica” collegati ai predetti numeri; Bloccare il numero chiamante sconosciuto avente prefisso estero.

Se si dovesse cadere vittima di questa truffa, consigliamo agli utenti defraudati di fare denuncia e di chiedere al proprio gestore telefonico il rimborso dell’importo contestato, presentando un reclamo, direttamente o con il supporto della nostra associazione.