Secondo le previsioni in merito al quarto aggiornamento ARERA che entrerà in vigore dal 1° ottobre, i prezzi potranno decuplicare rispetto ad inizio anno. Infatti si parla di aumenti fino al 40%, equivalenti a più di 100€ l’anno per la luce e oltre 400€ per il gas. Sono passati appena 6 mesi, quando con il secondo aggiornamento tariffario ARERA si incominciavano a registrare i primi aumenti sulle bollette luce e gas, rispettivamente 3,8% e 3,9%.

Lo scorso trimestre il costo dell’elettricità è aumentato solamente del 9,9% e quello del gas del 15,3%.

Le previsioni davano un aumento di circa il 20%, evitato esclusivamente per l’intervento del governo, che ha calmierato la situazione destinando 1,2 miliardi di euro alle riduzioni degli oneri fissi.

Senza ombra di dubbio una situazione per nulla piacevole.

Non si è ancora riusciti a riprendersi dai tutti i disagi, sociale ed economici, che la pandemia mondiale ha generato ed ecco alle porte l’ennesima stangata, gli ennesimi aumenti.

Negli ultimi mesi si è verificato un incremento record per i prezzi energetici, aumento che non ha coinvolto esclusivamente il nostro Bel Paese ma tutta l’Europa, principalmente per due motivazioni:

  1. L’incremento dei costi dei permessi delle emissioni di CO2: in breve le grandi aziende pagano dei permessi per poter inquinare, un costo che influisce sulle quotazioni di mercato e quindi sulle bollette dei consumatori. In virtù delle ultime restrizioni dell’Unione Europea, in materia di inquinamento, vi è stato un incremento sia dei permessi che dei loro costi;
  2. Maggiore utilizzo di gas per via di una primavera lunga e fredda e di un’estate molto calda con temperature record: la maggior parte del fabbisogno energetico in Italia viene coperta con il gas, che non è proprio la risorsa più economica, anche se meno inquinante. Con le due stagioni “pazze” vi è stata una maggiore domanda, sia per il riscaldamento che per il raffrescamento facendo così lievitare il costo del gas e di conseguenza dell’energia elettrica.

Da una parte questi aumenti sono inevitabili, in quanto si tratta di pure quotazioni in borsa, dall’altra occorre che il Governo e le Autorità di regolazione del settore prendono serie provvedimenti.  Avanti si finirà per alimentare il fenomeno della povertà energetica, che oggi colpisce circa il 10% delle famiglie italiane.

Si può partire dall’eliminazione degli oneri di sistema, che ricordiamo sono costi a sostegno di attività di carattere generale. Optare per una riduzione dell’IVA (oggi al 10% per l’energia elettrica e gas e in alcuni casi anche al 22%). O ancora ridurre i costi di gestione dei distributori (spesso i consumatori si ritrovano a pagare per un servizio che effettivamente non viene prestato).

In tal senso altri Stati si sono già messi al lavoro con interventi mirati (vedi Spagna o Portogallo).

Le soluzioni possono essere diverse, l’importante è che siano definitive e non rappresentino un mero congelamento, con il rientro quando la “pandemia energetica” sarà terminata.

In ogni caso è opportuno ricordare che questi aumenti colpiranno principalmente le utenze ancora in maggior tutela, le quali ad oggi hanno ancora bloccati i prezzi con “vecchie quotazioni”. Anche i contratti del mercato libero con un prezzo variabile andranno incontro a tali aumenti. Tuttavia non c’è da stare sereni per tutti gli altri.

I prezzi fissi bloccati sino ad ora potrebbero non reggere e di conseguenza le società di vendita potrebbero ritrovarsi a dover aggiornare le condizioni economiche per fronteggiare agli aumenti delle quotazioni ed evitare che sia lui stesso a rimetterci le penne. Senza ombra di dubbio un periodo poco felice sia per consumatori che per società di vendita.

Oggi più che mai occorre guardarsi bene da effettuare scelte affrettate e prive di valutazioni, in quanto una scelta sbagliata potrebbe davvero costare centinaia e centinaia di euro!