Molti malintenzionati per farsi pagare per truffe online scelgono Postepay. Le carte prepagate Postepay, difatti, sono state e sono molto gettonate dai truffatori. Una strategia messa in atto dai truffatori è quella della richiesta di pagamento anticipato nella compravendita di oggetti e servizi. Il falso venditore richiede il pagamento anticipato della cifra pattuita tramite ricarica Postepay promettendo l’invio dell’oggetto in vendita lo stesso giorno in cui arriva la ricarica Postepay. Una volta effettuata la ricarica (che non risulta un pagamento tracciabile e utilizzabile come prova in caso di truffa) il falso venditore sparirà non rispondendo nè al telefono nè via email. In questo caso è molto importante denunciare la truffa alla Polizia Postale.
La facilità con cui ormai è possibile scambiare prodotti direttamente dal proprio divano di casa, unita all’affidabilità dei siti e delle app ormai utilizzate da milioni di persone, fa sì che gli utenti non si pongano molte domande relativamente ai rischi che si corrono effettuando acquisti da remoto presso privati. In realtà, è consigliabile prestare attenzione ad una serie di elementi, per evitare delusioni e raggiri.
Infatti, mentre nel caso in cui il venditore sia un’azienda o una società, l’acquirente è tutelato dal codice del consumo, che prevede una serie di tutele quali il diritto di recesso e la garanzia biennale, nell’ipotesi di acquisto tra privati tali tutele non sono previste.
Ma cosa accade, quindi, se l’articolo che ci viene spedito non è quello che ci aspettavo? Se presenta uno stato differente rispetto a quello promesso? Sebbene, come anticipato, le tutele in caso di acquisto tra privati siano effettivamente ridotte rispetto all’ipotesi di acquisto presso un negozio, comunque la legge non ci lascia completamente “scoperti”; al contrario, le norme generali del codice civile che disciplinano i negozi giuridici trovano applicazione proprio alla casistica di nostro interesse.
Ed infatti, sarebbe scorretto pensare che il venditore non abbia alcun obbligo solo perché vende il suo articolo privatamente; diversamente, egli deve rispettare una serie di regole che la legge impone a garanzia e tutela di ogni tipo di negoziazione e trattativa.
Per esempio, il venditore dovrà tener conto di quella che, in gergo tecnico, è la cosiddetta “tutela dell’affidamento”: dovrà, cioè, rispettare l’aspettativa dell’acquirente il quale, a fronte di uno stato avanzato della negoziazione, si aspetta che l’affare verrà portato a conclusione. Inoltre, l’acquirente è sempre tenuto al rispetto delle regole di buona fede e correttezza che devono sempre guidare la fase delle trattative.
Va aggiunto anche che il venditore ha sempre l’obbligo di garantire la corrispondenza tra il prodotto che viene proposto sull’app, spesso anche mostrato mediante il caricamento di fotografie, ed il prodotto che viene poi inviato all’acquirente.
Ma la garanzia deve riguardare anche la corrispondenza tra lo stato di conservazione/usura che viene dichiarato e quello reale: sarebbe molto scorretto se si spacciasse un oggetto per “quasi nuovo” quando invece presenta dei segni di usura piuttosto evidenti.
A fronte della violazione di uno dei suddetti obblighi, l’acquirente ha a disposizione lo strumento della risoluzione del contratto per inadempimento del venditore ai sensi dell’articolo 1453 del codice civile, che stabilisce che “nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l’altro può a sua scelta chiedere l’adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno”.
Dalla lettura della norma si evince dunque che l’acquirente ha due possibilità: agire in giudizio e chiedere l’adempimento dell’obbligazione assunta dal venditore oppure chiedere la risoluzione del contratto, dunque la restituzione delle somme che siano eventualmente state già corrisposte.
In ogni caso, l’acquirente ha anche sempre la possibilità di chiedere che il venditore sia condannato a risarcire il danno eventualmente arrecato: sarà però onere dell’acquirente stesso dimostrare la reale ed effettiva sussistenza del danno subito.
In generale, comunque, si consiglia di essere molto prudenti quando si acquistano degli articoli online: è sempre meglio effettuare delle indagini sul venditore, verificare le recensioni e, se possibile, accordarsi per il pagamento e la consegna di persona, in modo tale da poter verificare dal vivo lo stato del prodotto acquistato.
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